S2:

Linee attuali:

Bologna - Vignola
Bologna - Portomaggiore

 
Proprietà:

FER (Ferrovie Emilia - Romagna)

 
Gestori:

FER

 
Comuni:

Vignola, Savignano s. P., Bazzano, Crespellano, Zola Predosa, Casalecchio di Reno, Bologna, Castenaso, Budrio, Molinella, Argenta, Portomaggiore

 
Caratteristiche:

Lunghezza: 58 km (24 + 34 km)
Nr binari: 2 binari tra Bologna e Casal.Garibaldi, 1 binario nel resto della linea
Trazione: termica ed, limitatamente per alcune corse, elettrica
Pendenza massima: 23x1000 sulla Vignola e 18x1000 sulla Portomaggiore
Distanziamento: Blocco elettrico automatico a correnti fisse (Bo-Casalecchio), blocco automatico contaassi (Casalecchio-Vignola e sulla Portomaggiore)

 
Interventi previsti:

Realizzazione delle nuove fermate di Zola Chiesa e di Libia - S. Orsola
Linea aerea tra Bazzano e Vignola
Adeguamento della stazione di Vignola
Interramento del tratto urbano di Bologna tra Zanolini e Rimesse e a via Larga

 
Interscambio:

Nodi principali: Bazzano, Pilastrino, Borgo Panigale, Bologna centrale, Budrio, Stellina, Molinella
Nodi secondari: Cas. Garibaldi, Castenaso, ibia - S. Orsola, S. Vitale - Rimesse, Mezzolara

 
Breve storia:

La storia della ferrovia Bologna - Casalecchio - Vignola ha origine nel 1882, quando la Provincia di Bologna rilascia alla Ditta Rotondi - Almagià la concessione per la costruzione e l'esercizio della tranvia extraurbana a vapore Bologna - Vignola. Il servizio inizia dalla tratta Bologna Piazza Malpigli - Casalecchio, e solo nel 1886 la tranvia arriva a Vignola. La ferrovia nasce quindi in realtà come tranvia extraurbana (la prima della Provincia), collocata sulle strade Porrettana e Bazzanese.
Nel 1905 la gestione passa alla Società belga "Les tramways de Bologne", che gestisce anche la rete tranviaria urbana, e nel 1907 viene elettrificato il solo tratto da Bologna a Casalecchio.
Il destino della tranvia cambia radicalmente tra gli anni 1927 e 1938, quando i limiti della linea sono ormai evidenti: eccessiva lentezza e bassa capacità di trasporto costringono la Provincia di Bologna a rilevare l'esercizio della linea nel 1927, in previsione di un ammodernamento degli impianti. Mentre la tratta fra Bologna e Casalecchio viene esercita come linea tranviaria urbana, tra Casalecchio e Vignola si opera una vera e propria ricostruzione, dotando gli impianti di caratteristiche prettamente ferroviarie.
Nel 1938 si inaugura la ferrovia elettrica Casalecchio-Vignola e si dismette la tranvia a vapore. Il collegamento con Bologna avviene con interscambio tra la ferrovia e il tram a Casalecchio, in una nuova stazione appositamente costruita ed indipendente da quella FS.
La gestione viene affidata all'ATM, cioè all'Azienda Trasporti Municipalizzati di Bologna. Con la trasformazione della tranvia in ferrovia entra in gioco anche il Ministero dei Trasporti (allora Ministero delle Comunicazioni), nuovo Ente concedente. Il miglioramento del servizio risulta subito evidente: i convogli passeggeri, costruiti dalla Piaggio con cassa in acciaio inossidabile e con equipaggiamento elettrico della CGE, collegano Vignola con Casalecchio in 35 minuti, mentre il trasporto merci, espletato con due nuove locomotive elettriche, può finalmente soddisfare la forte domanda esistente nella zona.
Dal 1944, a causa degli ingenti danni che la linea subisce durante la guerra, il servizio viene sospeso; potrà essere ripreso solo nel 1950, limitatamente alla tratta Casalecchio - Savignano. La ricostruzione del ponte sul fiume Panaro permetterà, nel 1955, il ripristino del collegamento con Vignola. Risale invece al 1950, complice la generale affermazione del trasporto pubblico su gomma, l'istituzione di un servizio parallelo, svolto dell'autolinea Bologna - Vignola, che inizia una facile concorrenza alla ferrovia, arrivando senza cambi fino al centro di Bologna. Nel 1958 il declino del trasporto urbano su ferro a favore della gomma porta alla sostituzione della linea tranviaria Bologna - Casalecchio con una linea filoviaria.
Il diradamento progressivo dell'utenza, conseguenza di scelte politiche nazionali contrarie al rilancio del trasporto su ferro, porta nel 1967 alla chiusura del servizio passeggeri della ferrovia, che continua il servizio merci, anch'esso, tuttavia, in progressiva diminuzione.
Nel 1975 vi è il subentro dell'allora Consorzio Trasporti Pubblici (oggi ATC S.p.A.) come concessionario della ferrovia al posto della Provincia di Bologna; ATC S.p.A., con provvedimento della Regione Emilia Romagna, è concessionaria dell'infrastruttura ferroviaria fino al 2010 e del servizio fino al 31/12/2003.
Sempre a metà anni '70 viene abbandonata la vecchia stazione di Casalecchio, divenuta ormai inutile e la linea si collega alla stazione FS, entrandovi da nord; prosegue frattanto un limitato servizio merci, che durerà fino al 1996, anno di inizio dei lavori di ricostruzione.
Già dagli anni settanta la Provincia di Bologna comprende che il recupero ed il rilancio della ferrovia sono legati strettamente alla possibilità di disporre di un collegamento veloce e diretto con la città di Bologna. Nel 1982 viene quindi presentato uno studio di fattibilità sulla ricostruzione della ferrovia come linea suburbana e passante fra Vignola, Bologna e Portomaggiore, che pone le basi per il successivo sviluppo e ammodernamento della ferrovia. Allo studio di fattibilità segue nel 1988, sempre a cura della Provincia, il progetto definitivo, vengono così stanziati 100 miliardi di lire per il ripristino e l'ammodernamento della ferrovia Casalecchio - Vignola; per la gestione dei lavori è tuttavia prevista una procedura complessa e centralizzata, che comporterà tempi di esecuzione molto lunghi. In realtà, solo nel 1989 possono effettivamente partire le procedure ministeriali per la progettazione e la realizzazione dell'ammodernamento. La progettazione esecutiva viene predisposta dalla Soc. Ansaldo nel '93; il termine di completamento dei lavori viene previsto nel '97. Tale previsione sarà destinata a essere smentita più volte per varie vicende, per i contenziosi tra il Ministero dei Trasporti e la Società Ansaldo, che causeranno uno slittamento del termine di ultimazione dei lavori dalla fine del 1997 alla fine del 1999. Ai lavori d'ammodernamento della linea seguono quelli per la costruzione del nuovo innesto sulla ferrovia Porrettana; grazie anche all'apporto della Provincia di Bologna l'accesso è realizzato in corrispondenza di una nuova stazione, denominata Casalecchio Zona A - Garibaldi, rendendo possibile attestare il servizio a Bologna Centrale e ponendo le condizioni per il collegamento passante verso Portomaggiore.
Ad integrazione dei lavori strettamente ferroviari, la Provincia di Bologna, d'intesa con ATC, i Comuni e la Regione, ha avviato nel 1997 un programma di investimenti per dotare le fermate e le stazioni delle necessarie opere per l'interscambio con i mezzi privati e con le linee di bus. Per tali opere, la cui realizzazione è in corso di completamento e che saranno utilizzabili con l'apertura del servizio ferroviario, la Provincia di Bologna ha contribuito direttamente, finanziando sia la progettazione delle nuove fermate sia gli interventi.
La linea ferroviaria Bologna - Portomaggiore, insieme alla diramazione Budrio - Massalombarda, viene inaugurata nel 1887 a tronchi successivi (il 21 maggio la tratta Bologna - Budrio, il 16 luglio Budrio - Medicina, il 16 agosto Budrio - Molinella, il 4 dicembre Medicina - Massalombarda e il 21 dicembre Molinella - Portomaggiore), come infrastruttura di supporto alla aree bonificate da poco sul versante est e ovest di Portomaggiore. Insieme alle ferrovie Ferrara - Ravenna, Ferrara - Copparo, Ostellato - Comacchio - Porto di Magnavacca, Ferrara - Argenta, Ferrara - Codigoro e la diramazione Budrio - Massalombarda della stessa linea per Portomaggiore, i collegamenti tra le Province di Bologna, Ferrara e Ravenna diventarono più veloci e diretti e permisero un intenso sviluppo dell'economia locale. Della rete ferroviaria e tramviaria, che negli anni '80 del XIX secolo si sviluppò nel bolognese, la linea per Portomaggiore rappresenta l'opera più impegnativa sia per l'ampiezza della costruzione sia per l'impegno finanziario. L'Amministrazione provinciale si fece promotrice dell'intervento e, dopo lunghe e tormentate vicende, vide realizzarsi tale collegamento tra Bologna e la ferrovia Ferrara - Ravenna.
Per la subconcessione della costruzione e gestione della nuova ferrovia ci furono molti aspiranti, tra i quali ottenne l'incarico nel 1883 la "Società Veneta per le Imprese e Costruzioni Pubbliche", con sede a Padova. In precedenza la Provincia di Bologna aveva firmato un compromesso di subconcessione molto vantaggiosa con una società d'origine belga, la "Società Anonima dei Tramways e Ferrovie Economiche", che però non si era presentata alla firma del contratto. La società "Veneta" fu concessionaria per un secolo, tanto che la ferrovia veniva comunemente chiamata "La Veneta", nome che rimane ancora oggi nella cultura popolare, visto che, anche oggi che viene gestita dalle "Ferrovie Emilia Romagna", è conosciuta come la Ex-Veneta. Ottenuta la subconcessione, la "Veneta" propose alcune modifiche al progetto originario dell'ing. Minarelli, poi realizzate, tra cui la costruzione di una stazione autonoma a Bologna presso Porta San Vitale. Dopo l'inaugurazione, il 3 ottobre 1888 venne però aperto il tratto tra S. Vitale e Bologna Centrale, come raccordo merci; su questa breve tratta il servizio passeggeri inizierà solo nel 1985. Nel 1964, intanto, venne chiusa la diramazione Budrio - Massalombarda.

 
Data di attivazione:

La linea S2, come passante, dovrebbe essere attivata nel 2012, ovvero dopo l'entrata in esercizio della nuova stazione centrale di Bologna.

 
Orario in vigore:

Consultare il sito di FER (www.fer-online.it)

 
Orario previsto:

Cadenzamento a 30' tra Vignola e Budrio Centro;
Cadenzamento a 60' nel resto della linea

 
Utenti attuali:

Vignola: 3.644 (nov. 2007 - Dati Gestore)
Portomaggiore: 6.402 (nov. 2007 - Dati Gestore)

 
Utenti previsti:

incremento del 30%

 
 

Ultimo aggiornamento: gennaio 2009